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Climatizzazione invernale a biomassa, scopriamo come questa tecnologia può aiutarvi a risparmiare

Climatizzazione invernale a biomassa a Pesaro

In questo periodo, gli impianti di climatizzazione invernale a biomassa sono un argomento particolarmente “chiacchierato”.

Gli italiani stanno cercando un modo per ridurre i costi energetici legati al riscaldamento, e le biomasse rappresentano una soluzione valida per generare calore in modo sostenibile ed economico. Ma questi combustibili non sono certo privi di svantaggi.

Cosa significa realmente “biomassa”?

Prima di analizzare i pro ed i contro delle biomasse, facciamo un po’ di chiarezza sulla terminologia.

Il termine “biomassa” identifica qualunque sostanza di natura organica (che sia animale o vegetale) impiegata per generare energia. Si tratta di un termine abbastanza “vago”, che comprende una lunga serie di combustibili suddivisi in solidi, liquidi e gassosi.

Le biomasse solide, come la legna ed il pellet, sono la tipologia più comune e vengono impiegate nei termocamini, nelle stufe e in alcune tipologie di caldaia.

Abbiamo poi le biomasse liquide, come il biodisel, e quelle gassose, come il biogas di origine zootecnica. Queste vengono impiegate per alimentare impianti di grandi dimensioni e per generare il calore trasportato nelle reti di teleriscaldamento.

Conviene installare degli impianti di climatizzazione invernale a biomassa?

Il costo dei combustibili per impianti a biomassa è decisamente inferiore rispetto al GPL, al gasolio ed al metano. Tuttavia la potenza delle stufe e dei termocamini alimentati a pellet o legno non è molto elevata. Motivo per il quale se ne consiglia l’utilizzo soprattutto in abitazioni di piccola o media dimensione.

Abbiamo poi il problema dello stoccaggio. Il combustibile utilizzato da questi impianti richiede molto spazio e deve essere trasportato dal centro commerciale alla caldaia, cosa che potrebbe richiedere del tempo. Se utilizzate la legna, il trasporto e lo stoccaggio potrebbero risultare particolarmente complessi e richiedere mezzi appositi. Il pellet è decisamente più comodo, inoltre ha un potere calorifero nettamente maggiore, cosa che lo rende la biomassa attualmente più diffusa in Italia.

Ma si risparmia?

Un sacco in pellet da 15 kg costa in media 5 euro, ma ovviante questo dato varia in base alle caratteristiche del biocombustibile acquistato. Questi 15 kg possono generare fino ad una decina di ore di combustione (con la stufa impostata si di un livello moderato, in una località dal clima temperato come la città di Pesaro). Ma quanto spendiamo in tutto?

Facendo una rapida media, con il pellet si spendono sui 500 euro a stagione, il che comporterebbe un risparmio medio di 1000/1200 euro sul GPL. Questi sono ovviamente dati di massima, ma possono aiutarvi a capire quanto potrete risparmiare con degli impianti di climatizzazione a biomassa.

Per ulteriori informazioni, non esitate a contattarci.

Immagine di Racool_studio su Freepik

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